venerdì 4 aprile 2008

"No alla pillola del giorno dopo" Pisa, la Procura apre un'inchiesta - cronaca - Repubblica.it

Prosegue, sulla pelle delle donne, tra gli applausi dei teo-con e dei teo-dem (furbissimi tutti!), con aggiustamenti (apparentemente) minimi, sui quali, come non manca di fare l'Avvenire, si può esercitare la scandalizzata ironia dei benpensanti [1], l'uscita dell'Italia dal novero delle nazioni moderne.
Osservando questo scivolamento da un angolo visuale non molto di moda, ma interessante - ve lo assicuro - mi domando quale sia - ove ne esista uno, cosa di cui dubito - il progetto politico/economico sotteso a questa strisciante ma profonda ricollocazione del Paese, in senso antimoderno e neofeudale, nel contesto internazionale.
In altre parole, ritengo che il ritorno a pratiche culturali arcaiche, l'adesione forzosa a concezioni etiche retrive, lo svuotamento, prima ancora che l'abrogazione di norme che sono patrimonio comune di ogni società laica ed evoluta comportino un aggravio dei costi - complessivamente intesi - sostenuti dai singoli e dalla collettività incompatibile con lo sforzo necessario a reggere la concorrenza internazionale. Da questo punto di vista, l'accesso garantito e non umiliante all'interruzione di gavidanza, come alla pillola del giorno dopo (che NON è interruzione di gravidanza), si colloca sullo stesso piano di "adeguatezza infrastrutturale" ove troviamo i trasporti pubblici efficienti, la scuola (pubblica e aconfessionale) attrezzata e meritocratica, una rete ferroviaria ed autostradale capillare e ben tenuta, ecc.
In linea generale, possiamo notare che solo le economie largamente dotate di materie prime (petrolio e gas naturale in primis) possono concedersi il lusso di regimi teocratici e di carenze infrastrutturali che sarebbero micidiali per nazioni più legate al valore aggiunto. Sembra che la presenza di un Dio maschilista, sospettoso, geloso ed occhiuto, privo di senso dell'umorismo (strana carenza in un essere onnipotente per definizione) non sia compatibile con il modesto obiettivo di un po' di benessere e libertà individuali e collettive hic et nunc, in questa "valle di lacrime". L'Italia non è ricca di materie prime.
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[1] mi riprometto di tornare prossimamente sulla categoria del "benpensante" nella sua versione italica. Assolutamente delizioso. D'altra parte come dice Casini (quello bello dei due allievi di Tony Bisaglia) "al centro si vince"

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