mercoledì 21 maggio 2008

Ragazza (quattordici anni!) violentata dal branco

Dire che sono allibito è poco: Tutti i giorni, siamo sommersi da una valanga di notizie su violenze perpetrate da adolescenti, a volte poco più che bambini, ai danni di coetanei o di emarginati nella totale latitanza del mondo adulto, della famiglia, della scuola. Questa bimba non è stata, per fortuna, anche strangolata e gettata in un pozzo, ma, temo, più per il desiderio di non perdere un facile giocattolo che per una qualche forma di freno morale nei suoi giovani, indifferenti ed efferati aguzzini. Anche in questo caso, ciò che mi colpisce oltre alla ferocia è l'indifferenza con la quale questa viene praticata e poi immediatamente rimossa.
Mi vengono in mente, a questo proposito, le frasi pronunciate (con orgoglio, e che orgoglio!) da Himmler circa la capacità dimostrata dalle sue SS di affrontare il gravoso compito [1] a cui la patria le aveva chiamate senza "esserne toccate".

[1] era la "soluzione finale" del problema ebraico, rom, omosessuale, slavo, ecc.., con lo spiacevole uso della violenza che comportava; lo rammento ai negazionisti e a tutte le anime belle che trovano tanto comodo vivere in un eterno presente, come anche alle ingenue mammolette che ne addebitano - con una svelta e virtuosa rimozione autoassolutoria (noi siamo diversi, o comunque io sono diverso/a, perdio!) - la responsabilità al "carattere tedesco". Ma lo rammento anche alle nostre agili camicie verdi (quante camicie in questi ultimi cento anni: nere, brune, verdi e tutte hanno condotto al disastro) invitandole ad abbeverarsi alla fonte sapienziale dei loro naturali maestri: gli scritti di Hitler e di Rosemberg, di Karl Schmitt (una chicca giuridica), gli articoli ed i discorsi di Goebbels sono ampiamente disponibili e possono - anzi devono - essere una fonte preziosa di ispirazione. In fondo, i temi ed i problemi sono quelli, le interpretazioni e le soluzioni adombrate molto simili (più sommesse per ora, più per ignoranza che per pudore, temo). Orsù, alla lettura, padani!

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