giovedì 15 ottobre 2009

Italia, membro UE

Ecco, amici miei, l'origine del mio scoramento. Ovunque mi giri sulla stampa estera, se si parla dell'Italia se ne parla nei termini che vi propongo in quest'articolo, tra l'esterrefatto ed il preoccupato. E la preoccupazione, col passare del tempo, si estende ed aggrava, per motivi che non possono sfuggire ad alcun osservatore avveduto.
Questa situazione è ignorata - mi dicono - dall'80% circa dei miei connazionali, accuratamente minzolinati (fedizzati, vespizzati, scegliete voi...). Ignorata nei suoi reali contenuti, dico, ma non nella sua complessiva esistenza, venduta anzi come frutto di una CospiracyA ordita dalla stampa estera sotto l'occulta regia di un giornale italiano (di cui non vi rivelerò il nome) apparentemente membro del redivivo Comintern, in chiave antinazionale.
Bene; mentre questo teatrino va in onda quotidie a reti unificate, mentre ancora si scava nel fango dei sobborghi di Messina smottati a valle assieme alle colline che li sovratavano, ci viene annunciato l'imminente inizio dei lavori per il geniale ponte sullo Stretto, a dicembre, massimo gennaio.
Questo l'articolo, tratto da De Volkskrant:
L’Unione Europea è più di un mercato comune. È anche un’alleanza di stati democratici, una comunità di valori. Nuovi stati membri vengono ammessi solo se rispondono ai requisiti europei nel campo della democrazia e dello stato di diritto.
È legittimo chiedersi quante possibilità di essere ammessa avrebbe oggi l’Italia se presentasse domanda di ammissione all’Unione Europea. A prima vista è una domanda inopportuna da rivolgere ad un Paese che, insieme al Benelux, alla Germania e alla Francia, fa parte del gruppo fondatore dell’Europa. Chi però ha una visione d’insieme degli sviluppi in Italia, non può far altro che concludere che il Paese, sotto la guida del premier Silvio Berlusconi, inizia a mostrare sempre maggiori tratti da ‘democrazia pilotata’.
In assenza di una opposizione efficace, in effetti solo il potere giudiziario riesce ancora a opporre qualche resistenza alla fame di potere del premier/imprenditore. Questa è stata la ragione che l’anno scorso ha spinto Berlusconi a far approvare dal parlamento una legge che gli garantisse l’immunità penale, come anche al presidente e ai due presidenti del parlamento. Mercoledì la Corte Costituzionale ha stabilito che questa legge è anticostituzionale. La Costituzione sancisce che tutti sono uguali davanti alla legge, quindi non possono essere fatte eccezioni per le alte cariche.
La reazione di Berlusconi, ai cui occhi l’ “assurda” sentenza [....]

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