mercoledì 4 novembre 2009

SCUOLA: BERSANI, CROCIFISSO ANTICA TRADIZIONE NON OFFENSIVA

Diciamo che da Bersani mi sarei atteso (o forse no? - preferisco non indagare...) un minimo di dialettica e di laicità in più. Sarà d'uopo rammentare come l'antica tradizione sia stata istituita da Gentile (Giovanni) nell'anno domini 1923, I° E.F., all'interno della riforma della pubblica istruzione conosciuta come riforma Gentile, con un occhio ai patti concordatari (1929, VI° E.F.) [1] e alla saldatura del blocco clerico/fascista che - grazie a quelli - avrebbe dominato il Paese per i successivi vent'anni [2]. Rammento anche che la riforma Gentile fu salutata da Mussolini come la "più fascista delle riforme". Insomma, parlare di antica tradizione non offensiva mi pare un pochino mistificatorio. Sarà l'atmosfera dalemiana?

[1] Vedi le illuminanti pagine scritte a proposito da Sergio Luzzatto nel suo "Padre Pio - Miracoli e politica nell'Italia del Novecento" cit., pp 177 sgg.: "[....] Come ministro della Pubblica Istruzione, Giovanni Gentile non interpretò diversamente da Malaparte la stagione della storia d'Italia culminata nella marcia su Roma. Se pure il delitto Matteotti marcò una distanza politica ed etica tra il filosofo siciliano e lo scrittore toscano (il primo dimissionario dal suo ufficio ministeriale, il secondo lesto a salutare nell'omicidio del deputato socialista il capolavoro della rivoluzione fascista) [Dumini era un protegé di Kurt Suchert, alias Malaparte. N.d.G.], Gentile condivise con Malaparte un'intuizione decisiva: L'idea che il "cattolicesimo reale" andasse riconosciuto come la religione ideale per gli italiani. Da qui, la scelta del ministro di introdurre l'insegnamento della dottrina cristiana in una scuola profondamente riformata. Da qui, inoltre, la successiva disposizione relativa all'obbligo del crocifisso tra gli arredi di ogni classe. Da qui, ancora, l'investimento formativo sopra la "cultura regionale": materia d'insegnamento [udite, udite, padani! N.d.G.] che corrispondeva al folclore locale, e che apriva la strada al gran ritorno della santità nelle pagine dei libri di scuola. Dopo una quarantena prolungatasi per oltre mezzo secolo, i cosiddetti "santi italiani" poterono imporsi come gli eroi di un clerico-fascismo da propinare tale e quale al popolo bambino [...]"

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