giovedì 17 dicembre 2009

Generazione 2, identità e violenza

Daniela Ovadia è una persona intelligente, equilibrata e spiritosa. La ringrazio per la riflessione - tratta dalla sua diretta, interessantissima, esperienza familiare, che vi propongo qui di seguito. Vi assicuro che io sono un pochino più che "basito"; direi - avendo dedicato buona parte della mia vita alla riflessione sui totalitarismi novecenteschi - molto preoccupato. Molto preoccupato perché vedo riaffiorare, intatti e vitali, dei demoni che speravo sepolti per sempre; vedo esseri umani - apparentemente identici a me in tutto - che si pongono festanti al loro servizio, intenti a tendere fili spinati latrando il proprio odio. Sento parlare di campi, di trasferimenti. Terribili parole che hanno insanguinato il nostro recente passato e ci sono costate 50 miloni di morti ed una somma inenarrabile di distruzioni.
"In questi giorni me ne sto, un po’ basita, a sentire di vicini che vietano per legge i minareti, di quote stranieri nelle scuole, di genitori che non vogliono i cinesi in aula “perché puzzano”, di partiti che propongono croci sulle bandiere come sugli stendardi di Giovanna D’Arco nei libri di Valerio Evangelisti. E penso. Penso all’invito che ho ricevuto, poche settimane fa, per partecipare a un convegno di G2 – generazione seconda – figli di immigrati nati e cresciuti “per sbaglio” in questo Paese del quale, però, si sentono ormai cittadini, con o senza diritti riconosciuti. Mi hanno chiamato perché sono anch’io una G2: né i miei genitori né i loro parenti più prossimi sono nati qui [...]"
http://ovadia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2009/12/04/generazione-2-identita-e-violenza/

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