giovedì 1 aprile 2010

Cota contro la Ru486 in Piemonte "Per me può restare nei magazzini"

Cavoli, quanto mi piace Cota! A due giorni dal voto paga già le sue prime cambiali.... Adesso però, bisogna fare due conti: il decisionismo cotesco non ridurrà il numero delle interruzioni di gravidanza praticate in Piemonte a carico delle AUSL,  che dovranno adesso  essere tutte praticate per via chirurgica. Ogni interruzione praticata in sala operatoria ha un costo globale nettamente superiore a quello di una somministrazione di RU486. Come farà il buon Cota a giustificare ai suoi elettori l'aggravio sui conti pubblici causato dalla sua decisione?
E poi: a quanto mi risulta (ho chiesto in giro) l'Italia è ancora una nazione, e tutti i suoi cittadini dovrebbero godere degli stessi diritti, indipendentemente dalla propria collocazione geografica. Adesso, una italiana abitante in Piemonte non avrà accesso alle stesse cure alle quali ha accesso una emiliana, o lombarda, o..., a meno di mettersi le gambe in spalla e spostarsi di un par di cento (vi piace il toscanismo?) chilometri. Insomma alle migrazioni sanitarie a cui sono già costretti troppi abitanti delle regioni meridionali, si aggiungeranno adesso le migrazioni cotesche.
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