giovedì 10 giugno 2010

Ubu enchainé

Sergio Solmi, nell'introduzione all'edizione Adelphi delle opere complete di A. Jarry [1] scrive: "Questo personaggio da incubo, gaio ed atroce (Ubu - N.d.G.), l'ovale Gidoille, la maschera a pera, il naso a muso di coccodrillo, impugnante il  bâton à physique [....] potrebbe essere interpretato quale grandiosa anticipazione delle tirannidi novecentesche, di quel secolo ventesimo allora approssimantesi, e che Nietzsche aveva divinato come una "scheggia di granito".
Alain [2] il cui gusto classico non fa un grinza [....] riconobbe in Ubu una figura sempre attuale e senza tempo, il Principe di Machiavelli a cui fossero tolti tutti i vestiti, non solo quelli esterni del coraggio, della lealtà, della giustizia, ma anche quelli, intimi, della sciocchezza, bassezza e ferocia, a mostrare a giorno la forza nuda [....]"

E allora, a colui che - perfetto Ubu [3] [4] - regge i destini d'Italia e a quella larga parte dei miei connazionali con ogni evidenza ancora ubriachi di servitù nonostante le tragiche disillusioni novecentesche, dedico, da "Ubu enchaîné" par l'Editions de la Revue Blanche, Paris 1900, pp. 229 sgg,  l'episodio dell'assalto popolare all'arsenale ove impadronirsi di pesanti palle di ferro con le quali incaternarsi, al grido  di "Vive l'esclavage!"


ACTE V
Scène première

La place devant la prison

Eleuthère, Pissembok, Pissedoux, Hommes libres, Peuple

Pissedoux
Compagnons, en avant! vive la liberté. Le vieux galérien de Père Ubu est ammené dans le convoi, les prisons sont vides, il n'y reste plus que la Mère Ubu qui tortille de la lisière, nous sommes libres de faire ce que nous voulons, même d'obéir; d'aller partout où il nous  plaît ,   même en prison! La liberté, c'est l'esclavage!

Tous

Vive Pissedoux!

Pissedoux

Je suis prêt à accepter votre commandement; 
nous envahirons les prisons, et nous supprimerons la liberté!


Tous
Hurrah! Obéissons! En avant! En prison!


[....]


Scène IV

Les mêmes, le Geolier

[....]
Le Geolier

Les maîtres ont abrité leurs femmes et leurs petits enfants dans les prisons. Ils ont envahi les arsenaux et c'est tout juste s'ils y ont trouvé assez de boulets pour river a leurs jambes en signe d'esclavage. De plus, ils prétendent occuper avant vous les galères de Soliman.

Les Argousins

Je me révolte aussi! - Vive la servitude! - 
Nous en avons assez! Nous voulons ètre esclaves à notre tour, foutre!

[...]

[1] Alfred Jarry "Opere" (in tre tomi), Adelphi, Milano 1969
[2] Alain - Fournier
[3] Leggiamo cosa scrive Jarry in "Altra presentazione di Ubu Re": "[...] Ubu parla spesso di tre cose, sempre parallele nella sua mente: la fisica, che è la natura paragonata all'arte, il minimo di comprensione opposto al massimo di cerabralità, la realtà del consenso universale all'allucinazione dell'intelligente, Don Giovanni a Platone, la vita al pensiero, lo scetticismo alla credenza, la medicina all'alchimia, l'esercito al duello; - e parallelamente la phynanza, che sono gli onori di fronte alla soddisfazione di sé per se stessi, come produttori di letteratura universali, secondo il pregiudizio del numero, di fronte alla comprensione degli intelligenti; - e parallelamente, la Merdra. [...]  
[4] A completare questo piccolo ritratto del nostro Ubu e della sua corte, leggiamo cosa dice Faustroll  circa la Patafisica, altrove definita "Scienza delle soluzioni immaginarie" (traduzione del vostro umile servo - spero mi perdonerete): "Essa (la Patafisica) studierà le leggi che reggono le eccezioni e spiegherà l'universo supplementare a questo; oppure, meno ambiziosamente, descriverà un universo come lo si può vedere e che probabilmente "occorre vedere" al posto di quello tradizionale, essendo le leggi che abbiamo creduto scoprire circa l'universo tradizionale unicamente delle correlazioni di eccezioni, anche se più frequenti in tutti i casi di fatto accidentali che, riducendosi a delle eccezioni poco eccezionali non hanno assolutamente l'attrattiva della "singolarità" [...]"

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