mercoledì 13 febbraio 2008

Cronache dalla città di F***



Da un paio d’anni l’architetto *** era tornato, dopo molti anni di assenza, nella città di F***. Non che vi fosse tornato per abitarvi; solo vi stava accampato per lavorarvi dal lunedì al venerdì, per poi tornare alla città luminosa ed aperta sul mare dove viveva con il figlio e la sposa.
Il ritorno era stato scioccante ma l’architetto si era presto adattato uno stile di vita che minimizzasse le occasioni di scontro con una realtà che non gli piaceva granché, come aveva scritto ad un amico: “ ...amo F***, ci sono nato tanti anni fà e ne ho un ricordo, ante 1966, di città civilmente severa, elegante e misurata. Tralascio di dirti lo sconforto che mi coglie adesso ogni volta che debbo recarmi in centro; evidentemente i segni del tempo presente sono questi ed io sono invecchiato. ...”
Comunque, il nostro si era presto organizzato: considerando che F*** ha un diametro di 6 km, si era portato dietro la sua bella bicicletta, che utilizzava per spostarsi tra la sua provvisoria abitazione e l’ufficio (circa 18 km al giorno, ottimi per la circolazione), mentre nell’ambito dei tremilacinquecento passi - mezz’ora di camminata dato che l‘arch., seppur attempatello è di gamba svelta - si muoveva a piedi. L’auto rimaneva dal Lunedì mattina al Venerdì sera nel piazzale della ditta e delle volte addirittura sotto casa nella luminosa città di mare, quando il nostro utilizzava il treno (regionale!) per raggiungere F***
I tremilacinquecento passi lo portavano comodamente quasi da un capo all’altro della città e la bici (mezzo portentoso e geniale!) faceva il resto.
Come possiamo facilmente intuire, l’architetto era presto entrato in dimestichezza con il selciato delle principali strade cittadine ed aveva coscienziosamente esplorato tutte le così dette “piste ciclabili”.
Quello che aveva visto non era tale da riempirlo di gioia: la manutenzione delle strade, sia periferiche che centrali era pessima, anzi peggiorava nettamente proprio nel centro cittadino, ove il selciato ottocentesco, in ampie lastre di pietra grigia, era per lo più sconnesso e anche tanto! sconnesso. Spesso, in particolare a sera, gli era capitato di cadere dentro a delle vere e proprie buche, dato che i lastroni di pietra quando cominciano a muoversi sotto il peso degli automezzi macinano il sottofondo e lo espellono, sprofondando sempre di più. Le vie centrali, cosparse d’immondizia e deturpate da cartelli, transenne, rozzi chioschetti erano percorse da fiumane di...come definirli? turisti? piccola borghesia low cost? vomitate da centinaia di enormi autobus a due piani, parcheggiati in doppia fila, con i motori spesso sempre accesi in attesa di reinghiottire i vomitati per trasferirli velocemente verso la successiva puntata del mito tutto compreso.
Le piste ciclabili poi...c’erano, ma sbarrate da cassonetti, auto in sosta, sconnesse, finivano spesso nel nulla e dove incrociavano il traffico infernale e convulso di F*** esponevano il malcapitato ciclista a gravi rischi: gli attraversamenti male o per nulla segnalati, privi di dissuasori, erano regolarmente ignorati dagli auto/motociclisti.
L’architetto nel suo percorso quotidiano casa/lavoro rischiava letteralmente la vita due volte al giorno. Tutte le volte vedeva la valanga di metallo rombante precipitarglisi addosso e pensava che magari, nascosto dall’angolo morto di quel camioncino o di quel SUV poteva arrivare, troppo veloce per frenare all’improvviso, la moto o la macchina che l’avrebbe bocciato in pieno...filotto e partita! Gli sguardi sgomenti dei pedoni e ciclisti, tutti giovani e scattanti, (niente vecchi, signore incinte, bambini o disabili, verboten!) suoi compagni d’avventura, gli confermavano di non essere il solo a nutrire quei poco allegri pensieri.
Così il nostro, non domo, aveva pensato di entrare in contatto con una delle associazioni di ciclisti di F***. L’unione fa la forza e se è vero che noi ciclisti siamo tanti ed in crescita, pensava l’architetto, voglio portare il mio granellino all’ammasso. Aveva visitato il sito Internet e denunciato - col form apposito - la pericolosità dell’incrocio dove rischiava quotidianamente la vita:

Oggetto: pista ciclabile incrocio r***/b*** e ex f***
l'attraversamento di viale r*** incrocio b***, che faccio in bicicletta dal lunedì al venerdì 2 volte al giorno, è ogni volta una roulette russa. Inoltre , i tratti di viale b*** adiacenti all'incrocio, sia lato ferrovia che lato ex f*** sono veramente disastrosi (stretti, pieni di buche e pericolosi).

La risposta non si era fatta attendere: un gentile signore lo aveva invitato alle riunioni del gruppo e gli aveva assicurato che anche l’associazione, da anni (e questo avrebbe dovuto insospettirlo) denunciava al Comune i rischi di quell’ incrocio. Lo stesso gentile signore gli forniva una lista di indirizzi e-mail dell’Amministrazione, invitandolo a fare pressione sui cosiddetti “organi competenti”:

Ciao G*** e grazie della segnalazione. Da tempo tartassiamo il Comune su quel criticissimo snodo. Un barlume di speranza viene dal fatto che, con i lavori della tramvia, le piste ciclabili in quel punto verranno ridisegnate secondo criteri adeguati (e ampliate). Bisognerà sicuramente tenere d'occhio gli sviluppi senza fidarci ciecamente, e lo faremo. In ogni caso è utile che segnalazioni come la tua vengano inoltrate dai cittadini, non solo alla nostra associazione, anche personalmente, agli uffici "competenti", a seconda dei casi, agli indirizzi seguenti: Comando Polizia Municipale (direz.pol.municipale@comune.**.it) per es. ostruzioni, sosta selvaggia etc. specie se in forma di reclamo per situazioni ricorrenti. Molto utile è anche telefonare al centralino (***) per segnalare le occupazioni di piste ciclabili, insistendo per ottenere gli interventi di rimozione. Ufficio Città Sicura (cittasicura@comune.**.it) soprattutto per manutenzione e sicurezza ed inoltre, soprattutto per proposte di miglioramenti piccoli e grandi: Ufficio Bici (bici@comune.**.it) A livelli più ampi: Assessore All'Ambiente (*****@comune.**.it ) In questo modo si agisce più efficacemente a tenaglia, il singolo cittadino da una parte e noi come associazione dall'altra. Un altro modo per rafforzare le richieste di chi si muove in bici è sostenere la nostra associazione, le possibilità non mancano: partecipare alle nostre periodiche iniziative pubbliche, ai nostri gruppi di lavoro e, non ultimo, iscrivendosi. Fra l'altro i nostri soci, nella quota annua di 15 euro, hanno l'assicurazione RC per ciclisti. Tutto quello che ti serve nel caso tu voglia diventare nostra socia lo trovi sul ns sito (www.***inbici.net) oppure venendo alle nostre riunioni settimanali (tutti i mercoledì 18,30-19,30 presso la Libreria ***) o contattando uno di noi personalmente. Ciao da V***

Ottimo, aveva pensato il nostro e, ringraziato per la celerità:

grazie delle dritte! comincerò a tartassarli. Tutti i giorni mi faccio r***/p** a g*** e ritorno in bici, oltre al resto fuori orario di lavoro per andare al cine, dagli amici etc. e trovo che veramente lo stato delle piste ciclabili - dove ci sono - sia scandaloso!
A presto.

aveva subito inoltrato il suo accorato messaggio, con una piccola aggiunta, agli indirizzi suggeriti.

Oggetto: pista ciclabile incrocio r***/b*** e ex f***

l'attraversamento di viale R*** incrocio B***, che faccio in bicicletta dal lunedì al venerdì 2 volte al giorno, è ogni volta una roulette russa. Inoltre , i tratti di viale b*** adiacenti all'incrocio, sia lato ferrovia che lato ex f*** sono veramente disastrosi (stretti, pieni di buche e pericolosi).
Il passaggio pedonale (ciclabile?) che attraversa il cantiere della tramvia all'inizio delle C**** è stretto, fangoso e la sera completamente buio. Non è raro incrociare gente che spaccia o gruppi di passeggiatrici che litigano o che si appartano con i clienti proprio in quel punto.
Penso che un piccolo grande, ma sopratutto a basso costo ed immediato contributo per la soluzione dei problemi del traffico a F**** potrebbe
venire da un estensione delle piste ciclabili, ma sopratutto da una miglior gestione di quelle esistenti, ora abbandonate a se stesse, occupate da mezzi in sosta, mal interconnesse o che finiscono nel nulla, sconnesse, piene di buche, ma soprattutto esposte alla inciviltà degli automobilisti e dei motociclisti.

Di lì ad un paio di giorni, aveva potuto constatare che la sua mail era stata perlomeno letta:

Egr. Signore,
nel confermarLe il ricevimento della Sua segnalazione, in conformità con quanto previsto dalla nostra Carta dei Servizi, consultabile all’indirizzo "http://www.comune.***.it/servizi_pubblici/polizia/CartaServizi.htm",
La informiamo che questa è stata inoltrata al responsabile dell'ufficio competente.
Distinti saluti.

ma il meglio doveva ancora venire! Passati pochi giorni, il nostro ricevette la seguente comunicazione a metà – lo anticipiamo – tra il burocratico ed i surreale:

Gentile Arch. ***;relativamente al messaggio riguardante l'intersezione V.le R***/V.le B***, Le comunico che da parte del personale di questo Corpo vengono svolti, quotidianamente ed in determinate fasce orarie, presidi fissi su alcune intersezioni della grande viabilità cittadina, fra cui anche quella suddetta, con lo scopo di garantire la regolare circolazione di tutti gli utenti della strada. Per quanto relativo ai controlli sulle piste ciclabili, sia daparte del Reparto Ciclisti di questo Corpo, che si occupa prioritariamente di questa attività, sia da parte degli altri reparti territoriali, avvengono costanti controlli sulla circolazione e sullo stato di manutenzione.Distinti saluti.Corpo Polizia Municipale Area DirezioneIl Coordinatore d'AreaM*** B***

Ripresosi, l’architetto si sentì stimolato a rispondere, più per divertimento personale che nella prospettiva di una reale modifica della situazione:

Gent.mo Sig. B***, La ringrazio della precisazione, ma Le posso assicurare che nei due ultimi anni ho attraversato Viale R*** dove sbocca in B*** due volte al giorno, utilizzando l'attraversamento pedonale/ciclabile esistente, alle 7 delmattino e alle 18,30/19 (momento tragico!) la sera e non ho mai, dico mai, visto un vigile a presidiare l'attraversamento.Del resto Lei a meglio di me che la soluzione del problema non è distaccare un vigile ad ogni passaggio pedonale, ma adottare i necessari presidi fissi (illuminazione adeguata, segnaletica ben visibile esoprattutto DISSUASORI adeguati) che inducano l'automobilista/motociclista non dico a rispettare il pedone, che spesso non viene proprio visto, ma comunque a rallentare per evitare danni al proprio mezzo. Ho vissuto all'estero e ho sempre notato come la larga diffusione di questi presidi contribuisca efficacemente al rispetto di noi pedoni/ciclisti, senza bisogno di tanti vigili (che difatti a Zurigo come a Berlino, tanto per dire, si vedono assai raramente).Per quanto riguarda lo stato della manutenzione, sarei lieto di percorrere con Lei una qualunque delle piste ciclabili e strade che mi capita di utilizzare; penso che non avrebbe difficoltà a verificare che agli eventuali controlli (che non ho motivo di negare vengano fatti) non seguono evidentemente azioni correttive di alcun genere. In altre parole, l'esistenza della tal buca nel tal posto verrà anche diligentemente annotata su di un taccuino, ma poi la buchetta rimane tale e quale, anzi cresce col tempo, come è uso delle buchette, senza che nessuno vada a tapparla, il sanpietrino mancante sarà anche stato censito, ma rimane mancante, la pietra che ti cede sotto il piede all'Arco di San P*** sarà anche ben conosciuta dai Suoi solerti colleghi, ma rimane comunque un trabocchetto per il malaugurato passante, anno dopo anno.Per cui, o parliamo di città diverse (io parlo di F***) oppure La pregherei di evitare di difendere l'indifendibile. Le assicuro che quasi quasi avrei preferito non ricevere risposta alcuna dall'Amministrazione (cosa che in Italia sarebbe rientrata nella norma e non mi avrebbe meravigliato) piuttosto che riceverne una contenente affermazioni così abissalmente contrarie alla realtà dei fatti, che è sotto gli occhi di tutti, tutti i giorni.Senza intenti polemici personali, cordiali saluti.

Ovviamente, a questa comunicazione non è seguita alcuna risposta – ne’ il nostro se ne attendeva, d’altronde – le buche nell’asfalto si sono approfondite, l’incrocio è sempre un terno al lotto ed il passaggio vicino all’eterno cantiere della tranvia è sempre buio e fangoso. In compenso il numero di spacciatori e lenoni che lo popolano a sera, immobili nel buio, seduti su enormi scooter, in paziente attesa... è aumentato. Buonanotte.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

..e ora che si fa!

Anonimo ha detto...

MI SONO STAMPATA QUESTE "CRONACHE" PER LEGGERLE CON TUTTA TRANQUILLITA'.INTANTO FACCIO UNA PROVA PER VEDERE SE MI RIESCE INVIARE QUESTE RIGHE.BACI ,CIAO

Ultimissime UAAR

Networked Blogs