giovedì 17 settembre 2009

Basta, Cavaliere !

Aveva ragione, il mio amico Pier Carlo: "Videcracy" non si vede con piacere. La sensazione dominante è - per chi non partecipa al fetido svacco - di angoscia; 120 minuti di attonita angoscia. Per chi invece allo svacco partecipa, sia protagonista o comparsa, sarà forse di indignazione; per essere stato posto a nudo, per il magistrale disvelamento della propria miseria. Forse di rabbiosa invidia per non avervi attinto - nonostante gli sforzi - un gradino superiore, che nello svacco coincide con la capacità di gettarsi senz'altro nell'abisso.
Poi, l'avete notato? non ci sono donne. Tonnellate di seni e natiche, ma neanche una donna che sia una, per tutto il film. Esclusivamente maschile ed oppressivo, un po' come il percorrere le strade di un paese di stretta osservanza islamica. Maschi dappertutto, che si riflettono gli uni ne gli altri (e non è un bel rispecchiarsi).
Insomma, proiettato in 76 sale (su un totale di?), non è un film da botteghino. Mais passons...
Vi presento quest'articolo, (siamo sempre in tema, purtroppo...) apparso su "Le Monde" il 12 scorso. E' un editoriale, rappresentante quindi l'opinione non del singolo giornalista, ma della testata, e riflette bene la preoccupazione per le sorti d'Italia che si nutre nel mondo, fuori dal set, fuori dal reality strapaesano in cui ci siamo rinchiusi. (grassetto mio):
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En décidant d'attaquer pour "diffamation" deux quotidiens de centre gauche - La Repubblica et L'Unita -, Silvio Berlusconi se révèle le pire avocat de sa cause. Empêtré depuis plus de quatre mois dans une succession de révélations scabreuses sur sa vie privée qui ne sont pas sans effets sur son activité publique, le président du conseil italien, plutôt que de s'expliquer et de faire la clarté, a choisi de délégitimer et d'intimider les titres qu'il ne contrôle pas [....]
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[...] Si, par bonheur, M. Berlusconi - qui est, lui, protégé de toute poursuite pendant son mandat - renonçait à son offensive judiciaire et choisissait de faire profil bas, il s'éviterait le ridicule de devoir placer l'Italie en concurrence avec la Corée du Nord ou la Russie au chapitre de la liberté d'informer. Et lui qui se dit "le meilleur président du conseil (italien) " depuis cent cinquante ans - ce dont l'Histoire jugera - éviterait d'ores et déjà aux yeux d'une bonne partie de l'opinion internationale de passer pour le pire.
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1 commento:

Maria D'Asaro ha detto...

Temo sia un film dolorosissimo, ma necessario. A Palermo lo danno, in un solo cinema. Credo che lo vedrò.

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