mercoledì 28 luglio 2010

Im Abendrot

Amore mio,

nel 1948, quasi al termine di una vita segnata da trionfi ed errori (morirà nel Settembre dell'anno successivo) Richard Strauss compone i Vier letzte Lieder per voce femminile e pianoforte, (sostituendo però subito questo con l'orchestra). I quattro Lieder, seguiti da un quinto,  Malven la cui partitura fu però scoperta solo nel 1982, non furono pensati come un ciclo compiuto, anche se il nome che dette loro Strauss è fortemente evocativo di una compiutezza, come unitario è l'universo poetico a cui si riferiscono. 
In realtà, dalla prima rappresentazione, nel 1950, noi ascoltiamo i quattro Lieder come un'unica, compatta, serena e pacificata riflessione sulla vita al suo estremo termine, ove un'anima già ambiziosa e tormentata abbandona senza rimpianti - aspirando solo alla quiete -   le lotte ed i rumori del mondo.
I primi tre Lieder:  Frühling (Primavera),  September (Settembre),  Beim Schlafengehen (Tempo di dormire) sono su testo di Hermann Hesse.  Il quarto, colmo di serena e fidente poesia,  Im Abendrot  (Al tramonto) è su testo di Joseph Eichendorff. 

Qui di seguito trovi il testo originale, al quale fa seguito - dedicato a te - gioia che rendi completa ogni gioia, amica nell'afflizione, complice nella passione, fida compagna di un ormai lungo viaggio - un mio modesto tentativo di traduzione (e chiedo perdono sia a te, che mi hai già perdonato tanto, certo di ottenerlo,  che ad Eichendorff - e sul suo, ho dei dubbi...):
   
Joseph Freiherr von Eichendorff:
Im Abendrot 
Wir sind durch Not und Freude
Gegangen Hand in Hand,
Vom Wandern ruhen wir beide
Nun überm stillen Land.

Rings sich die Täler neigen,
Es dunkelt schon die Luft,
Zwei Lerchen nur noch steigen
Nachträumend in den Duft.

Tritt her und laß sie schwirren,
Bald ist es Schlafenszeit,
Daß wir uns nicht verirren
In dieser Einsamkeit. 


O weiter, stiller Friede!
So tief im Abendrot ,
Wie sind wir wandermüde –
Ist das etwa der Tod?  



Al tramonto
Siamo passati, mano nella mano
attraverso gioie e dolori,
Adesso,  riposiamo assieme  
sulla terra silente.


Nell'aria che s'abbruna 
si chinano le valli attorno a noi,
solo due allodole s'innalzano ancora nell'aria profumata,
sogno della notte che verrà.


Avvicinati e lasciale al loro frullo,
presto sarà tempo di dormire,
avvicinati, ché non ci perdiamo 
in questa solitudine.


O vasta quiete silenziosa!
Così profonda nel tramonto!
Come ci ha stancato il vagare -
Sarà forse questa la morte?

4 commenti:

RaffRag ha detto...

Ma la tua compagna li legge questi gioiellini?

squiliber ha detto...

Me lo auguro, caro Raff.! Sono pensati per lei e non avrebbero altra giustificazione.

Anonimo ha detto...

trovo che raffrag sia un po' "malignetto"!
Quanto a te, amore mio grande, che dopo tanti anni mi gratifichi e mi stupisci ancora con questi doni appassionati, fai che duri l'intensità e la freschezza della nostra alba e che stia ancora a lungo lontano da noi la quiete del tramonto di questo splendido lieder. Ti amo tanto.

RaffRag ha detto...

@anonimo
In realtà, voleva essere una riflessione sulla mia vita passata...

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