venerdì 4 febbraio 2011

Una biblioteca pubblica del Veneto ritira “Gomorra” di Saviano

Torniamo sulla notizia, una delle poche che - assieme alle prodezze, chiamiamole così, erotiche del nostro premier, ha avuto la forza di "bucare" la stampa estera:

"La biblioteca comunale di Preganziol, a mezz’ora di treno da Venezia, 15.000 abitanti impegnati nella cura delle loro piccole imprese, dei loro giardini e in una raccolta dei rifiuti molto selettiva, non sembra un fronte di guerra. Tuttavia l’ennesima polemica tra la destra che governa il Paese e il mondo della cultura che cerca di raccontarlo ha preso il via in questa terra di borghesia operosa. Più precisamente nella sua biblioteca pubblica: dagli scaffali è sparito il libro più famoso di Roberto Saviano, Gomorra. Una delle dipendenti ha denunciato che «dall’alto» le hanno ordinato di disfarsi del volume, dopo che in televisione l’autore aveva detto che la mafia cerca la complicità della politica, il che significa, in queste terre placide e ricche, della Lega Nord.
Il sindaco Sergio Marton, dello stesso partito di destra, ha rifiutato le accuse di censura. Il segretario provinciale Gianantonio Da Re, invece, soffia sul fuoco: «I libri di questo scrittore li avrà comprati la precedente amministrazione di sinistra. Meglio metterli in cantina, magari se li mangia qualche topo».
Quella che Saviano chiama la macchina del fango (se il potere non è d’accordo con un’opinione, la distrugge), consuma il suo ennesimo atto in queste due stanze piene di libri, tra l’ufficio delle poste, una scuola e villette a schiera, in via Antonio Gramsci, il fondatore [...]"

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