lunedì 18 luglio 2011

Regressus ad Infinitum

A volte, mi viene il sospetto che – per affrontare le difficoltà pratiche della vita – una duttile intelligenza, aperta, attenta ed orientata al risultato possa essere più utile di un intero vagone di pregiudizi.
Poi, ovviamente, rimuovo questo sospetto con un sorriso ed una scrollata di spalle, riconoscendolo per quello che è: un immotivato e bizzarro pregiudizio che nutro – chi sa perché – circa il superiore valore dell’intelligenza.
Quindi: sii stupido (è la scelta più intelligente che tu possa fare) ma, soprattutto, evita accuratamente di imparare dai tuoi errori e non arrenderti mai di fronte all’evidenza.
Inoltre, sii sciatto, ed indulgente con te stesso! E se questo crea difficoltà a chi ti circonda, non te ne preoccupare: in fondo, il loro non essere in grado di supplire alle tue manchevolezze, è la miglior dimostrazione di ciò che hai sempre sospettato: sei circondato da una banda di lavativi ed incapaci, che pertanto, non meritano il tuo rispetto.
Coltiva accuratamente la tua ignoranza: essa è un dono prezioso, poiché ti consente di avere una visione semplice del mondo (e la semplicità, al giorno d’oggi, è veramente rinfrescante) oltre ad essere il miglior terreno di coltura per i pregiudizi che ti hanno così ben guidato sino al presente.
All’incauto che rilevasse le piccole lacune nella tua formazione potrai sempre obiettare che essa [l'ignoranza] è lo stato originario di ciascun essere umano: riterresti quindi folle superbia il tentare di sovvertire l’ordine della divina creazione col mitigarla.
Potrai anche aggiungere che, stante la complessità raggiunta dallo scibile, non vi è oggigiorno uomo che non possa definirsi ignorante e che tu [la tua ignoranza] hai preferito virilmente scegliertela anziché subirla.
E poi, diciamocelo: le idees reçues sono gratuite, mentre il pensiero costa, e tu – giustamente - non vedi il motivo di spendere quando puoi ottenere qualcosa di simile (molto simile, per i più) gratis.
Insomma, per concludere, cura di comportarti sempre in modo da spingere chi ti osserva a domandarsi: “ma sarà così maleducato/a perché totalmente imbecille, o sarà imbecille perché ab origine totalmente privo/a di educazione?”
Perché l'idiozia, anziché casuale frutto di una tara genetica o di una causa meccanica, nel qual caso solo pochi fortunati potrebbero attingerla, nella maggioranza dei casi è una virtù alla quale ci si può - anzi, ci si deve - educare...
Buon lavoro!

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