lunedì 13 ottobre 2008

Esternalizzare le diseconomie

Dall'apertura di questo blog, ho avuto la ventura e l'onore di entrare in contatto - più o meno stabile - con varie ed interessanti persone: un chimico e poeta, altri poeti, insegnanti, studiosi, giornalisti impegnati in una quotidiana (e rischiosa) lotta alla criminalità organizzata, un urbanista....
Persone informate, attente, critiche ma non faziose, coraggiose; alcune rischiano anche personalmente (e non una semplice querela - il massimo che può capitarmi quando pesto la coda di qualche vipera bizzosa - ma ben peggio). Dai loro scritti traspare il dolore e lo sdegno per la presente sorte del nostro sventurato Paese, il bisogno di capire, la voglia di fare. Tutte - dico tutte, donne e uomini diversi per età e, probabilmente per mille altre diversità - accumunate però dal fatto di vivere e lavorare nel Sud d'Italia.
Il Nord "tace mai sempre... quel silenzio, assai d'infedeltà ti parla [...]" (G. Donizetti "Lucia di Lammermoor" atto I., scena III.)
Tace, il vasto Nord, "il produttivo e cattolico motore del paese" [1] muto, smarrito - temo - in un paranoico delirio razzista e xenofobo popolato di pittbull, armi, [2] recinzioni elettrificate, villette [3] inutilmente blindate sparse in un territorio depredato e indifferenziato ove non solo il senso, ma anche la mera percezione fisica della possibile appartenenza ad una polis sono irrimediabilmente persi.
Non aggiungo altro, per ora. Sarà certamente frutto di un mero caso, ciò che stamani - nella silenziosa alba dell'autostrada deserta - mi ha colpito.

[1] le cui fortune sono state costruite anche (ma, ovviamente, non solo) con l'esercizio di una sorta di efficace - e tutt'ora attivissimo - colonialismo interno, (economico e psichico) che ha garantito l'approvvigionamento di risorse umane a basso costo e l'esternalizzazione delle diseconomie in duplice forma: materiale (valga per tutte il bruto trasferimento - illegale - delle scorie tossiche in Campania) e della proiezione del rimosso.

[2] quante calibro 38, 45 Smith & Wesson, fucili a pompa sono amorosamente lubrificati e conservati in tavernetta, colpo in canna nella speranza - ma sì, diciamocelo - nella speranza che un piccolo Rom si presenti - coll'impudente protervia dei miseri - là dove non si doveva presentare?

[3] villetta, pittbull, revolver, SUV, rolex, sono il luogo della prevedibilità assoluta e della assoluta solitudine, tipiche patologie leghiste, prodromo e fomite di qualunque possibile nefandezza, immediatamente agita ed irriflessa, nell'assenza (perdita) del linguaggio, unico mezzo che consenta un minimo di distacco dall'oggetto e l'esercizio di un elementare pensiero critico.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Io credo che la parolina magica, alla quale tutti, per ingenuità o convenienza, hanno abboccato, sia stata 'federalismo fiscale'. Non che senza le cose andassero bene, ma gli ingenui, invece di proporre validi correttivi all'esistente, hanno provato a dire sì sì per fagocitarne le istanze, magari intravvedendo qualche succulento tornaconto. E sono stati fagocitati. Semplifico troppo? E' una deformazione professionale.

squiliber ha detto...

No mio caro, non semplifichi troppo, e tocchi lucidamente una delle questioni che ho posto. Il pifferaio e i suoi sodali hanno sparso varie paroline magiche, tra le quali appunto il "fed. fisc., bicamerale, dialogo...", e troppi -i troppo furbi in testa (la sinistra è avvelenata dai troppo furbi) - hanno abboccato. Soit dit en passant: purtroppo oggi non ho avuto tempo, ma ci sarebbero state varie notiziuole federalistiche meritevoli di commento.

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