martedì 4 novembre 2008

Gli scugnizzi perduti di Camorra City

Proseguiamo la nostra riflessione sul furto (o deprivazione, se preferite) del linguaggio e sulla connessa incapacità ad autorappresentarsi, leggendo quest'articolo di Giuseppe D'Avanzo.
(Estraggo dal corpo dell'articolo - grassetto mio):
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[....] Non c'è nulla di più noioso e inconcludente e inutile che parlare con questi "ragazzini" di Napoli. Avessero avuto anche la peggiore o la più soddisfacente delle esperienze, non ne conservano traccia, non sono in grado di afferrarla. Sono senza vita, senza sangue, senza cuore. Non hanno un'idea di se stessi, non hanno le parole per raccontarsi, anche a se stessi. Parli con uno ed è come se parlassi con tutti perché sono tutti uguali, tutti conformi, privi di identità, vuoti di una propria singolarità, anche se perversa. Fossero pure - e molti di loro, lo sono o presto lo saranno - criminali, vivono quella loro vita dannata come una rappresentazione, come un spettacolo. Non hanno esperienza di niente, non conoscono allegria o dolore, spensieratezza o ansia. La loro vita non gli appartiene. Sono fantasmi, figurine, povere caricature. Vivono frastornati, rincitrulliti dalle immagini, dall'apparenza. Vogliono vestire come vedono si vestono in tv. Vogliono ragazze come quelle che vedono in tv. Il loro mondo è fatto dalle immagini del mondo che vedono scorrere su uno schermo. Mimano i gesti di un calciatore. Parlano come parlano "i boss" che, a loro volta, si comportano come "i boss" dei film. Del futuro non si curano, come se la loro vita si dovesse concludere nel tempo di una puntata di telefilm, dunque sempre nel presente. Desiderano quel gli si dice debba essere desiderato. Un paio di scarpe può essere la felicità assoluta perché quel paio di scarpe ti rende uguale ad altri che a loro volta imitano altri, gente vista in una pubblicità, in un film, allo stadio. Derubati dalla capacità di distinguere la realtà dall'apparenza, nemmeno la sparatoria al circoletto ha scalfito la loro precoce segregazione nel mondo delle immagini. Quelli sparavano. Sembrava un film. Nessuno ha avuto paura. Nessuno lo ricorderà quando arriveranno le immagini della prossima pubblicità.
(4 novembre 2008)


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